l design è cambiato. O meglio: sta cambiando sotto i nostri occhi. Le sue forme, i suoi strumenti, i suoi ambiti di applicazione, ma anche — e forse soprattutto — il ruolo che il design gioca nelle organizzazioni, nelle città, nella società.
Occasioni come la iF Design Trend Conference 2025 rappresentano una finestra preziosa su ciò che sta accadendo e su ciò che verrà.
La conferenza, ospitata da iF Design, ha messo al centro quattro speaker internazionali, ciascuno con una visione forte e originale su uno specifico aspetto del cambiamento in atto: la leadership, la tecnologia, l’identità e il futuro stesso della disciplina.
Abbiamo seguito con attenzione tutti gli interventi, ma due in particolare ci hanno colpito per la loro capacità di risuonare con il nostro lavoro quotidiano: quelli di Tey Bannerman e Martha Tsigkari.
Tey Bannerman — The Evolution of the Design Leader
Ripensare il ruolo del design leader in un mondo complesso
Tey Bannerman ha aperto il suo talk con una provocazione semplice ma potentissima: Il design non è più solo uno strumento per risolvere problemi, ma una pratica strategica per costruire sistemi e visioni condivise.
Con uno stile diretto e profondo, Bannerman ha tracciato l’evoluzione del ruolo del design leader — da esecutore a facilitatore, da “traduttore di bisogni” a attivatore di contesti trasformativi.
Il cuore del suo intervento è rappresentato dal concetto di Design Leadership come pratica culturale, più che solo manageriale. Il design leader non è chiamato soltanto a guidare team creativi, ma a costruire spazi in cui possano emergere nuove connessioni, nuovi significati e — soprattutto — nuove domande.
Ha identificato quattro comportamenti chiave del design leader contemporaneo:
- Co-creazione del valore
I leader devono passare da logiche competitive interne a modalità collaborative che generano valore insieme ad altri reparti e stakeholder. - Autenticità e salute relazionale
È fondamentale che i leader si mostrino come facilitatori autentici, capaci di promuovere comportamenti sani e di costruire ambienti di lavoro sicuri. - Adattabilità nella gestione dei team
Serve riconoscere la diversità strutturale dei team (autonomi, a staffetta, collaborativi) e adattare di conseguenza lo stile di leadership. - Visione orientata all’impatto
Occorre abbandonare una mentalità conservativa e abbracciare una leadership proiettata verso l’innovazione e il cambiamento sostenibile nel tempo.
In un contesto in cui i team sono sempre più interdisciplinari, ibridi e distribuiti, la figura del design leader diventa quella di un facilitatore, capace di leggere il contesto e attivare energie comuni. Ci riconosciamo nella necessità di costruire processi inclusivi, generativi, dialogici — che non si limitino a “consegnare soluzioni”, ma abilitino nuove possibilità.
Martha Tsigkari — Disruptive Technologies in Architecture
Progettare con (e non contro) l’intelligenza artificiale
L’intervento di Martha Tsigkari, partner e responsabile del team Advanced Technologies del rinomato studio Foster + Partners, è stato un’immersione concreta e visionaria allo stesso tempo in uno dei temi più caldi del momento: il rapporto tra progettazione e tecnologie emergenti.
La sua prospettiva è chiara: l’architettura, così come tutte le discipline progettuali, è destinata a essere sempre più computazionale, predittiva, data-informed. Ma questo non significa perdere l’anima creativa del design — significa, anzi, amplificarla.
Attraverso una serie di esempi affascinanti, Tsigkari ha mostrato come l’utilizzo di AI generativa, simulazioni ambientali, algoritmi di ottimizzazione e tecniche parametriche stia già rivoluzionando il modo in cui vengono progettati edifici, spazi, città.
Ma ciò che rende il suo intervento interessante è la forte intenzionalità etica che lo guida: le tecnologie non sono fine, ma mezzo. E vanno integrate non in modo passivo, ma critico, mantenendo il controllo sul senso e sugli impatti del progetto.
Per noi, che ci occupiamo quotidianamente di progettazione di interfacce, servizi e sistemi organizzativi, il messaggio è chiaro:
- Le tecnologie sono alleate, non sostituti;
- Il nostro ruolo è quello di comprendere, orientare e umanizzare l’innovazione;
- Il vero potere non è solo nell’evoluzione tecnologica, ma nelle domande che sappiamo porre quando lo usiamo.
A chiudere l’esperienza della iF Trend Conference è stato un messaggio condiviso: stiamo vivendo un’epoca in cui il design sta ridefinendo sé stesso. Non più solo come atto creativo, ma come atto culturale e sistemico.
Ogni progetto, ogni interfaccia, ogni prodotto, ogni architettura è anche una scelta su come vogliamo abitare il mondo.
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